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27/10/22

Recensione: Fort Express e altre storie di Luciano Bottaro (edizioni Allagalla) *****

 


Mi sono sempre chiesto: perché ci sono così poche ristampe dell'opera di Luciano Bottaro in giro?

Il principe di Rapallo è una delle più luminose stelle del fumetto comico italiano, ed al contrario degli  altri astri che appena trovavano il "posto fisso" (spesso in Disney) non si spostavano più, lui svolazzava tra gli editori come una farfalla spargendo polline di china che inebriava il lettore intenditore.

27/10/17

Maxi Dylan Dog 20 2014 ***


Sotto una meravigliosa copertina di Angelo Stano si nasconde il solito frullato di "scarti" dalla serie regolare, chissà perché per Dylan si sono prodotte così tante storie di livello mediocre. Se non ricordo male sul Maxi (ora Oldboy) si pubblicavano i più invisi autori dell'indagatore dell'incubo, spesso i volumi erano pieni di Montanari, Grassani e company.
Montanari e Grassani sono comunque dei grandi professionisti, l'unico loro difetto è che il loro stile, troppo classico, quasi da Corriere Dei Ragazzi, c'entra poco con il "moderno" mr. Dog.

18/09/17

Almanacco del Mistero 2004 "DOCTEUR MYSTÈRE E GLI ORRORI DEL CASTELLO MALEDETTO" di Alfredo Castelli e Lucio Filippucci****


Alfredo Castelli è il migliore autore della SBE (e non solo) in barba a tutti gli altri vecchi e nuovi arrivati. Martyn Mystère è sempre stata la mia serie preferita tra quelle edite da Bonelli, il miglior rapporto qualità prezzo in Italia, storie degne e superiori alle osannate produzioni francesi, disegni in genere ottimi e un alto tasso di rileggibilità vista l'enorme quantità di citazioni di cui è infarcita ogni singola storia del BVZM
Docteur Mystère è anche meglio, riesce a coniugare il mistero tipico delle storie standard con un umorismo alla Max Bunker dei tempi migliori.

09/08/17

Dylan Dog n.356 " La macchina umana" aprile 2016 SBE*****


Sarà che da buon travet mi è facile immedesimarmi nella storia ma posso affermare che non leggevo un Dylan così Dylan da almeno vent'anni.
Il Dylan Dog metafisico, obliquo, che non combatteva soltanto gli zombies ma anche le menzogne morali, che ci "apriva gli occhi" con gentilezza, non come i dementi che gridano sulla tastiera "sveglia" e fanno le rivoluzioni a parole sui sui social.

05/05/17

Tricokaputt e Tricofulgor (1968)


Tempo fa un lettore del blog citò i titoli di alcune storie di Cucciolo che ricordava con nostalgia. Uno di quei titoli, “Tricokaputt e Tricofulgor”, mi è rimasto impresso nella memoria. Tra i pochissimi albi che ultimamente mi sono capitati casualmente tra le mani, un Cucciolo del 1968, ho ritrovato proprio quella storia.

28/04/17

Recensione tripla Kolosso, Sciuscià e Nat Del Santacruz


Avrei preso volentieri Sciuscià contro l’Uomo Lupo (diamine, con un titolo del genere!) ma il rigattiere dove mi rifornisco occasionalmente di vecchi giornaletti ne aveva solo una copia in condizioni prossime all’implosione, quindi ho preferito ripiegare su altre due antichità.

19/05/16

MISTER NO 57 ACCUSA DI OMICIDIO Febbraio 1980 lire 500 (Cepim)****


Che meraviglia questa storia di Alfredo Castelli e Franco Bignotti! Non riesco ancora a capacitarmi come sia possibile che quel carampano di Tex stia ancora in edicola ed il povero Jerry Drake non sia più tra noi. Vero è che sono un neofita di Mister No e non conosco gli albi dell’ultimo periodo, sto cercando per adesso soltanto le avventure dei primi 100 numeri e qualche speciale. Chissà se è stato così forte il calo qualitativo delle storie da mandare in fuga così tanti lettori da decretare il fallimento della testata ma  lo scoprirò soltanto continuando a leggere la serie. Non ho potuto vivere il boom dell’amazzonico eroe per motivi anagrafici, nel 1980 avevo otto anni e mi garbavano di più Disney, Alpe e Bianconi come è giusto che sia. Il mio primo Bonelli è stato Dylan Dog e fu folgorazione sulle vie di fumettasco. I miei zii leggevano Zagor e di conseguenza tra i  “vecchi” resta il mio preferito. Tornando a “accusa di omicidio” che leggo in rete scritta da Castelli anche se accreditata a Nolitta, che dire…pur essendo la riduzione a baloons del celebre Papillon di  Schaffner ha tutte le carte in regola per essere un piccolo capolavoro del fumetto popolare.

13/04/16

Recensione: Oscar Bestsellers N. 1100 : L'Uomo Ragno: Nascita di un eroe (John Byrne) 2000**1/2


Grande delusione questa rilettura delle origini di Spiderman realizzata da John Byrne. Dovrei dare in realtà una doppia votazione, una al Byrne scrittore e una quella disegnatore. Nel secondo caso un bel quattro stelle sarebbe meritatissimo ma ahimè a livello sceneggiativo sono troppe poche le innovazioni rispetto alle origini classiche del Ragno di Lee e Ditko (anche se Kirby diceva che pure Peter era roba sua). "Nascita di un eroe" pare un po’ il restyling Recchioniano di Dyd, solo che al posto di dare uno smartphone all’OldBoy qua lo Zio Ben spende tutti i suoi risparmi per comprare decine di Pc al giovane Parker. Nel 1998 le testate del ragno di quartiere erano in calo e siccome John Byrne aveva fatto miracoli con i Fantastici Quattro   e dato uno bello svecchiata al Man of Steel si pensò di fargli fare un remake delle origini del tessiragnatele che da lì a poco avrebbe ritrovato la popolarità di un tempo grazie alla trilogia cinematografica di Sam Raimi, regista che da questo esperimento di carta mi pare abbia preso più che un' ispirazione.

15/03/16

Topolinix e lo scambio di Galli (Faraci-Ziche) 2016****


Che meravigliosa storia hanno sfornato Tito Faraci e Silvia Ziche. L'ultimo numero di Topolino (il 3146) va acquistato senza indugio. I due autori mi hanno felicemente spiazzato, utilizzando il cast di Topolinia in maniera per nulla prevedibile. 

01/02/16

Re Di Picche edizioni Agis 1969 lire 300 (la serie) *****


Questo è stato un proficuo mese di visioni vintage, piuttosto che andare a caccia nei mercatini e totalmente insofferente alle nuove proposte del mercato ho deciso di tuffarmi nella mia soffitta-deposito come un pesce baleno a pescare a casaccio nel mio mare di carta le letture della sera. Se non ci fossero, i maledetti problemi dei diritti mi piacerebbe tanto condividere la “mia” storia del fumetto italiano. E’ triste pensare che in giro ci siano avvoltoi che non si curino per nulla delle ristampe di capolavori dimenticati e che vengono fuori soltanto nel momento in cui qualcuno si permette di riesumare, per la memoria e la gioia degli appassionati, vecchie tavole da mostrare in rete. Sono relativamente contrario al proliferare di fumetti nuovi da scaricare a scrocco, penso che quest’attività abbia inflitto il colpo finale al boccheggiante mondo dei comics italiani, ma non capisco perché non si possa liberamente condividere albi che hanno almeno trent’anni e storie che non verranno mai più ristampate, visto l’andazzo dell’editoria... chiusa parentesi parliamo di questo capolavoro di rivista che ha avuto vita brevissima nelle edicole alla fine degli anni sessanta.

14/12/15

Dino Battaglia: L’ispettore Coke “I delitti della fenice” Edizioni L’Isola Trovata 1983 lire 5000 ***1/2



Forse la prima cosa che balza all’occhio sul titolo di questa recensione è la mancanza di “eccellenza” nel voto. Poi ci arriviamo. Dino Battaglia, insieme al cugino di tratto Toppi, è uno dei più grandi fumettari italici. L’errore comune è considerare Battaglia uno che non veniva dalla serialità, ma lui come tutti quelli di quel periodo si era fatto le ossa su cose commerciali come il Vittorioso, robe per Bonelli e Fleetway, passando persino per Topo Gigio. Per dire le sue sperimentazioni “sul grigio”, iniziarono addirittura su Piuma Bianca. Dino sarebbe stato un altro degli “argentini” se non fosse stato innamoratissimo della triestina Laura (divenuta in seguito sua moglie e colorista) ed inventò scuse balorde pur di restare in patria e godersi giustamente la consorte. Agli inizi della sua carriera Battaglia utilizzò un tratto commerciale e di maniera, anche se di  standard elevatissimo e degno (se non superiore) a molta roba americana del periodo. Per farvi un idea c’è in giro un volumone Dardo di Robin Hood che raccoglie alcune delle sue vecchie storie che sono di una bellezza grafica indescrivibile e che è venduto a pochissimi € in tutti i luoghi e tutti i laghi.  Inutile dilungarsi sull’artistico e celebrato poi, quelle opere visionarie più volte ristampate nel costoso formato delle "Graphic Novel". E dire che quei vari “liberi” e “riduzioni” erano pubblicati su economicissimi albi tipo il Corriere dei ragazzi, quando per noi fortunati vegliardi era normale aprire un giornaletto a caso e trovarci Pratt, Manara, Magnus e tutti i meravigliosi geni che ancora sono celebrati in barba alle varie rockstar di china che ammorbano le edicole.  

20/10/15

Martin Hel speciale n.1 1993 Eura Editoriale ***1/2



Premetto che non sono un esperto del fumetto argentino, la troppa frammentazione delle pubblicazioni Eura non mi ha mai dato la possibilità di seguire con cura questa branca della nona arte, sono un neofita anche di Dago che ho iniziato da poco a leggere con piacere, quindi le mie sono opinioni (come il solito) d’impulso e di panza. Ho letto varie discussioni in giro sull’oscuro personaggio di Robin Wood e Angel Fernandez, molti lo associano e paragonano a Dylan Dog mi pare errando. Probabilmente sarà stato concepito sulle stesse basi ma lo svolgimento si discosta non poco dal personaggio Bonelli. Questo speciale di Martin Hel, mio primo approccio con il personaggio, contiene all’interno tre storie che hanno evidenti dislivelli qualitativi.

19/10/15

Raccolta Lassie n.2 Luglio 1978 EDITRICE CENISIO lire 500***


Nei comics, Lassie, ha avuto vita lunga, dalla fine degli anni 40 sino ai primi 70.  I giornalini erano pubblicati da Dell, specializzata da sempre su fumetti licenziati da serie televisive, cartoon o produzioni cinematografiche, eredità che in Italia passò alla benemerita Cenisio di Battista Arcaini , casa editrice che ci ha accompagnato per anni nelle nostre letture. La prima serie a fumetti di Lassie, lontana dal canone del famoso film hollywoodiano con Elizabeth Taylor, era ambientata nel Mato Grosso, il cane era di proprietà di tali Gerry e Rocky , proprietari di un ranch. C’era anche il “solito “ bambino , in questo caso Timbu della tribù dei Taquari. Queste storie degli anni quaranta, avevano un tono avventuroso e vedevano la nostra pelosa eroina in giro per tutto l’America meridionale, poiché i padroni, fotografi naturalisti, viaggiavano spesso. 

14/10/15

Recensione Braccio di Ferro 17 del 1973



Gaspare Pero invia ed io posto con piacere.
Scrive Gas75:
"Era un periodo in cui Motta firmava quasi tutte le storie, quindi penso che almeno un paio di queste siano sue, tutte per i disegni di Sangalli."


Braccio di Ferro - L'isola delle perle **** - Braccio porta Olivia e Pisellino in vacanza su un'isola esotica ma ad attenderlo non ci sono gli indigeni festaioli bensì dei musi lunghi da funerale perché gli squali infestano i loro mari impedendo loro di raccogliere le ostriche e quindi le perle che costituiscono il loro unico sostentamento. "Se vi aiuto, facciamo festa?" propone Braccio, "Okay!" fanno gli indigeni, quindi con una razione di spinaci il nostro marinaio affronta gli squali a suon di cazzotti e già che c'è gli tira su qualche quintale di ostriche!

24/04/15

La notte del cacciatore di Corteggiani & Malès (Glènat italia 1987)***1/2



Breve ma intensa è stata l'avventura di Glènat in Italia, la casa editrice francese aveva molto da dire, pure troppo per l'inadeguato pubblico italiano. Penso che il più grosso successo commerciale Glènat lo ebbe con i volumoni manga di Akira, ma non scordiamoci che i francesi editarono degli strepitosi ed enormi volumi di Pepito,  Whisky e Gogo di Bottaro e Pedrito el drito di Terenghi. Cose per le quali meritano un encomio retroniko. Ho letto ieri il primo albo di "avventure nella storia" dedicato alla saga di "cosa nostra" di Corteggiani & Males. L'impressione è stata buona, so che la serie è composta da 14 volumi e spero di poterli recuperare, anche se credo che integralmente nel belpaese non sia mai stata stampata, spero in una riproposta della benemerita Cosmo che di queste cose se ne intende. Il nizzardo François Corteggiani è bravo nel descrivere la vita selvaggia della desolata Sicilia agli inizi del ventesimo secolo. "Il silenzio e il sangue" narra la storia di Ciro Villanova e Giovanni Macaluso, costretti a migrare negli States per sfuggire ad una vendetta di mafia.

06/03/15

Zio Paperone e il clavicembalo scrivano (Barosso-Scarpa) 1962****


Divertentissima storia che ho letto ieri sera, mi sa per la prima volta visto che sghignazzavo nonostante il sonno. L’avventura è di Abramo e Giampaolo Barosso graziata dalle matite di Romano Scarpa con chine di Rodolfo Cimino. Io l’ho trovata sul classico Mondadori “Paperone 68” anche se l'esordio stampato fu su Topolino n.357 del 1962 . Il Clavicembalo è stata ripubblicata da poco nell’omnia di Scarpa.  Il fetentissimo Lord Money (tipo che riapparirà nella storia Zio Paperone e il Bukara bucato), ricco inglesucolo pieno di spocchia, fa visita ai possedimenti dello yankee Paperone che gli mostra i suoi “pochi” averi. Nulla pare turbare il suddito della regina, ma appena nota una vecchia macchina da scrivere rotta che Paperone non usa più, si prodiga di sostituirgliela con una fiammante “elettrica” ultimo modello. Allo zione non sembra vero e accetta subito. Peccato che il rottame sia un rarissimo “clavicembalo scrivano” da 50.000 dollari e Paperone rischia di diventare lo zimbello di tutti gli affaristi per l’imbroglio subito. Su imbeccata di Paperino si parte all’acquisto di tutti i clavicembali del globo per dimostrare che Paperone ha donato la macchina a Lord Money perché uno dei tanti “doppioni” in suo possesso.  La parte più bella è quella che vede Paperino nella germanica Pistswizz, dove il sindaco per portare a termine lo scambio di macchine con il pennuto, prima si fa acquistare il modello più costoso di macchina da scrivere automatica sul mercato, poi fa allacciare la corrente elettrica del comune a spese di Paolino e infine vuole mille dollari in cambio del clavicembalo, non contento insegue Paperino per vendergli anche una scassatissima radio. Zio Paperone, invece, a Buena Noche, paese dell’America Latina ha a che fare con un peone che aumenta i prezzi a ogni battuta…sarà pagato dal vecchio tirchione ma verrà anche pestato a sangue dallo stesso.

24/11/14

Daredevil: Born Again. Di Frank Miller e David Mazzucchelli (1986)*****



Lessi questa famosa run del Diavolo Rosso nel glorioso Fantastici Quattro edito da Star Comics, in un periodo in cui compravo tutto quello che di super eroico usciva in edicola. Ho un ottimo ricordo anche del quartetto in versione Byrne, uno dei miei autori preferiti in assoluto, che restituiva quell'allure cosmica Kyrbiana che nessun altro è riuscito a replicare con successo. Tornando a Mr. Murdock, Born Again, a mio avviso è la migliore delle opere del Frank Miller scrittore, prima che gli venisse il delirio di onnipotenza e  follia che l'ha colpito in questi ultimi anni in cui vuole combattere il terrorismo a colpi di baloon. Un Miller asservito al personaggio, Devil non è snaturato, come si usa fare adesso nei marvel moderni dove tutto è possibile, pure mettere le tette a Thor e trasformare Doc Ock nell'Uomo Ragno, ma si evolve.

14/10/14

Nick Raider n.96-SUICIDIO SU COMMISSIONE-Sceneggiatura:Gianfranco Manfredi-disegni:Luigi Siniscalchi-maggio 1996-Bonelli Editore-lire 3000***1/2


Come dimostrato anche dal recente Adam Wild, Manfredi ha la dote, ormai poco comune, di saper creare "personaggi" affascinanti e vividi anche se la loro vita si risolve in poche tavole. Sarebbe splendido poter leggere le avventure in solitario di Faina, killer perfezionista affezionato alla vecchia madre malata. Nell'universo di Nick Raider è sempre stato il protagonista il character meno carismatico, già il tenente Rayan è più simpatico mentre è completamente inutile la spalla Marvin Brown, che non ricordo abbia mai fatto una battuta decente in tutta la serie. Marvin è come quegli amiconi convinti di essere simpatici che raccontano soltanto barzellette stantie. La trama dell'albo è ben congegnata, semplice come da tradizione Bonelli, ma proprio per questo gradevole e "secca".

08/09/14

La terza guerra mondiale: al nazista Braccio di Ferro il Teschio Rosso gli fa na pippa*****


Capolavorone di Pier Luigi Sangalli, stavolta lo spaghetti Popeye Bianconi non combatte contro l'asse germanico ma diventa proprio il Führer. La storia s'intitola "Il Cappello Stregato" è l'ho trovata su Gran Braccio Di Ferro 121 del 1988. Olivia manda Braccio e Pisellino a fare le pulizie della soffitta, i due in un vecchio baule trovano un berretto tedesco portatore di un sortilegio della strega Salacca. Il guercio indossa il copricapo ed immediatamente si trasforma in un tiranno nazista. Il primo a piangerne le conseguenze è il povero pargolo di casa "Di Ferro" e dopo tocca all'allampanata signorina Oil.

27/08/14

Super Action n.3 Agosto 1994 Rizzoli Egmont Lire 3000 ****


Che gran figata era questa rivista per ragazzi in formato tascabile, la cosa più maschia comprabile negli anni novanta. C’era tutto quello che il testosterone potesse desiderare tranne le donne ignude. Sotto esame ho il numero 3 del 1994 e posso garantirvi che se facessero un magazine del genere adesso, con una parte redazionale più curata , sarei il primo a fiondarmi in edicola ad acquistarne una copia.  Una fanzine degli Expandables, tutte le copertine erano dedicate a Stallone, Van Damme, Schwarzenegger e tutta la cricca di nerboruti figli di steroidi che malmenavano i nostri cinema. Wrestling, formula 1, calcio, fantascienza, mostri, fantasy, pugni e fumetti…e che fumetti!