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23/03/13

Oscar Mondadori n° 305 - ZIO TIBIA COLPISCE ANCORA (1970)*****


Ingiusto  spoleirare il contenuto delle storie  di questo pregiato Oscar Cartoon, sarebbe un peccato anche se molte trame sono trasposizioni di racconti conosciutissimi di Poe, Bierce o Lovecraft .
Il pregio maggiore dei fumetti di Creepy dell'americana Warren era il taglio veloce della riduzione, la capacità di autori come Archie Goodwin di comprimere in 5-6 pagine racconti che ne erano lunghi anche più di cento. Molte delle storie originali sono state, invece, seminali per l'immaginario dei registi horror degli anni ottanta, anche se molto probabilmente i ricordi di quel che hanno letto da bambini ha ingigantito la quantità di violenza presente in questi comics che è molto più bassa di quel che ricordavo anche io.
Niente splatter, pura  atmosfera   prodotta da artisti come Neal Adams , Steve Ditko , Frank Frazetta , Angelo Torres , Alex Toth , Al Williamson e Wally Wood . Non tutti quelli prima menzionati sono presenti in quest'albo. Quello che  in  "ZIO TIBIA COLPISCE ANCORA" mi ha dato le  sensazioni migliori è stato Tom Sutton, specializzato nelle riduzioni di Poe , con la sua  ottima costruzione della tavola e per il dettaglio maniacale.

Tom Sutton

Questa è un lettura lenta, "contro il logorio della vita moderna",  le storie vanno lette ad una ad una perdendosi nella vetusta regola dell'infarcire di lettere ogni singola vignetta, in ogni pagina c'è più testo che in un intera serie di manga.

Donald Norman

Scordatevi il fracasso delle produzioni supereroistiche.

Alex Toth
 Assaporate il lavoro di pennello

Angelo Torres

Ric Estrada

Jack Sparling

Godetevelo in silenzio, al buio schiarito dalla  sola luce di candela.

Gutenberg Mondiero



Tom Sutton

Neal Adams


Consigliatissimo, di facile reperibilità a prezzi  abbordabili come quasi tutta la serie Oscar Mondadori.
Ricordatevi che il  prezzo alto nel campo del fumetto non è mai sinonimo di qualità  o rarità ma soltanto follia  collezionistica.


06/09/12

Oscar Mondadori N. 409 4 Aprile-Pinocchio di Collodi illustrato da Jacovitti-Arnoldo Mondadori Editore1972-*****



Moltissimi sono gli illustratori italiani che si sono cimentati nel ritrarre le avventure del burattino più famoso del mondo Attilio Mussino, Roberto Sgrilli, Fiorenzo Faorzi, Giovanni Mosca, Bruno Angoletta, Mazzanti, Carlo Chiostri, Luciano Bottaro,Umberto Manfrin, Pieluigi Sangallli, Alberico Motta, Nicola del Principe, Sandro Dossi, Tiberio Colantuoni, Galep  ma nessuno è mai riuscito per varie ragioni a raggiungere questi livelli neanche lo stesso Benito nelle sue altre due trasposizioni con tratto moderno. Il primo Pinocchio di Jacovitti nasce nel 1943 sulle pagine del Vittorioso, quando il tratto era ancora puro e pieno d'ispirazione americana, certi topini che ricordano  Herriman ed i  tratteggi da striscia sindacata (leggevo in qualche vecchia fanzine che anche i pugni di Cocco Bill sono ispirati a quelli di Popeye vedi i volteggi e le stelline morbide che facevano tanto sia Segar che Sagendorf), vignette che sembrano incisioni del Dorè, una cura del particolare non soltanto comico , un tratto a volte gotico e pauroso come richiedeva il racconto originale di Collodi.





Ecco  il vero  Jacovitti pre-surreale dalla mano unica , il maestro al suo massimo espressivo, pre-commerciale e non ancora costretto a seminare salami , matite e culi per divertire il pubblico.





Per riscoprire gli autori dei fumetti, per trarne il succo grafico , per capire, bisogna scrutare le prime opere e vedere i cambiamenti di maniera a cui a volte arrivano autonomamente ma che spesso vengono dettati dagli editori per accativarsi i lettori: sorrisoni e arrotondamenti, ruffianerie che imbrigliano e sviliscono il genio puro e crudo di gente che non veniva formata alle "scuole del fumetto", inesistenti all'epoca ma che erano concentrati di artigianato e passione.




Pennelli e matite geneticamente fuori del comune.
Uomini  che disegnavano e avrebbe disegnato per sempre ed ovunque anche gratis per il piacere e l'esigenza di farlo.

Artisti.







Leggo dalla prefazione di Franco Cavallone che il burattino versione Benito fù opera sofferta e puntigliosa, Jacovitti si giocava il prestigio ed era intimorito dal "testo sacro", voleva rispettare il romanzo ma nello stesso tempo dare la propria interpretazione.
Il Pinocchio di Jacovitti non è un fumetto ma una novella illustrata fedelissima: con grilli spiaccicati , fatine morte, pescecani orrendi , burattini impiccati e tutto quello che Collodi aveva inserito nella sua fiaba cattiva, satirica ed amara.



Scordatevi quella fetecchia tirolese disneyana per sempre e recuperate le vostre genuine ed italiche radici.

Dubito che sia facile reperire l'albo perchè chi lo possiede non se ne separa.

Per adesso assaggiate le tavole meravigliose che ci ha regalato il più importante ( e nessuna credo

possa smentirmi) disegnatore di fumetti umoristici italiano.